Progetto Demos: "Dalla necessità alla Virtù"
RIFLESSIONI DI UN “PRIGIONIERO”
di Daniele Sperandii
Non mi piacciono le costrizioni, le imposizioni, gli abusi di potere.
Negli anni 60/70 protestavo a scuola ed in seguito, in campo lavorativo, per non subire disposizioni ingiuste.
Oggi un Virus mi vuole condizionare la vita e non riesco ad accettarlo perché mi impedisce di svolgere la mia normale routine.
Cosa c’è di meglio di una vita da pensionato? La miglior filosofia è vivere slow, con serenità ed equilibrio.
La mia giornata? Un risveglio senza orario, una colazione sana e poi una lunghissima passeggiata con un gruppo di amici durante la quale si discute di politica, cibo, sport, naturalmente senza essere d’accordo su quasi nulla. Cinque, quotidiani, chilometri per le vie di Giulianova dove c’è la possibilità di scegliere se dirigersi verso il lungomare, il porto nuovo o quello vecchio, i parchi, il viale Orsini.
L’itinerario si sceglie a seconda del tempo meteorologico o del tempo a disposizione visto che la passeggiata viene intervallata con incombenze di carattere familiare e con l’organizzazione di incontri mangerecci con gli amici d’infanzia, con i compagni di scuola, con i vicini d’ombrellone con i quali ci si frequenta anche d’inverno. Ogni ricorrenza è buona per pranzare o cenare insieme e scambiarci commenti e battute sul tempo che passa ma che ci vede sempre gaudenti perché ci accontentiamo di quello che abbiamo e non miriamo né a vincere il superenalotto né a occupare posti di prestigio.
Nel pomeriggio di nuovo passeggiata o acquisti per poi arrivare a sera per godersi qualche bel film.
Qualcuno la definirebbe “calma piatta” ma preferisco un mare in bonaccia che quello in tempesta!
Ritornare alle vecchie abitudini, godere della compagnia degli amici, rimpossessarsi dei luoghi di sempre, sono i desideri di un piccolo borghese.
Manca, soprattutto, la vicinanza dei figli che, anche se abitano nello stesso paese, evitano gli incontri ravvicinati come imposto dalle regole, visto che lavorano. Cosa c’è di meglio di un abbraccio, di un pranzo insieme anche per discutere delle cose che non vediamo sotto la stessa luce ma anche per ridere delle nostre divergenze.
Ecco si ritorna all’imposizione che è dura da digerire ma se le persone, specialmente quelle che ci hanno “regalato il virus”, non sono state capaci di stare in quarantena evitando così il contagio, si è dovuto ricorrere al mezzo coercitivo per la tutela dei cittadini.
La speranza è una: imparare da questa esperienza che la sanità pubblica deve tornare ad essere quella di una volta e non come è stata ridotta negli ultimi decenni. I politici devono fare ammenda, capire che i posti letto e, naturalmente, il personale medico e paramedico, devono essere adeguati al numero della popolazione in modo da garantire un’appropriata assistenza. Oggi c’è la corsa a chi dona di più; non è questa l’unica soluzione ma è lo Stato che deve assicurare congrui investimenti. I cittadini dovranno essere attente sentinelle perché se saranno attuati ancora tagli alla sanità, si dovrà scendere in piazza ad oltranza e non limitarci ad una sterile raccolta di firme.
La pandemia ci ha fatto conoscere che anche l’ambiente debba essere tutelato altrimenti la natura ci presenterà il conto di scelte dettate dal dio denaro. Anche per questo si deve essere vigili per assicurare un futuro alle future generazioni ed un lavoro a tutti quelli che sono stati costretti ad emigrare per trovare un’occupazione.
pubblicato il 27/03/2020
Daniele Sperandii,
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